“I saperi lenti, in un mondo della produzione di cibo dove predominano i metodi industriali, sono considerati il passato e buttati via. Ma invece sono anche il futuro del cibo, in un rapporto dialettico con i saperi veloci, intessuti in una rete di conoscenze tradizionali e popolari che vanno salvate e rivalutate, prima di smarrire completamente il gusto di vivere in un mondo che sia ancora a misura d’uomo”.
Nella produzione dei foraggi il processo di conservazione eseguito è quello della fienagione in campo, ovvero lo sfruttamento dell’energia radiante del sole e l’arieggiamento allo scopo di ridurre l’acqua contenuta nell’erba. Infatti, rendendo i tessuti dell’erba più concentrati, vengono bloccati i processi di respirazione cellulare e quindi inibite le attività dei microrganismi responsabili della fermentazione e dello sviluppo di muffe.
Le operazioni eseguite in campo sono lo sfalcio (o taglio) dell’erba, mediante falciatrici, il rivoltamento dell’erba tagliata e l’andanatura, per uniformare l’essiccamento e facilitare la raccolta, e l’imballatura.
Nelle nostre zone il principale problema nella produzione di fieno risiede nella possibilità di conciliare la tempistica del momento più opportuno del taglio dell’erba e il verificarsi di un numero consecutivo di giorni favorevoli all’essiccamento. In tal senso l’annata 2016 è risultata molto sfavorevole in tutta la zona a causa di acquazzoni improvvisi e consistenti che hanno provocato lisciviazioni da pioggia e quindi il decadimento qualitativo del fieno.